Nuovo incontro del Consiglio della Salute insieme al Tavolo di concertazione per l'Ospedale di Tione - La presidente della Comunità Patrizia Ballardini: "Non è accettabile che il confronto sul percorso nascita coinvolga solo le donne e che non venga chiarito ai territori come si intende dare risposta alle emergenze legate al parto".
Giudicarie unite per la valorizzazione degli Ospedali di valle
Si è tenuto presso la Sala dei Comuni un Consiglio della Salute molto partecipato sul tema dell’ospedale di Valle, del Piano della Salute e sulla riorganizzazione della rete ospedaliera del Trentino. Presenti molti sindaci e rappresentanti dei comuni, i capogruppo di tutte le forze presenti in assemblea della Comunità delle Giudicarie, la Giunta della Comunità. Assenti: il presidente della Provincia Ugo Rossi, l’Assessore provinciale Donata Borgonovo Re, il dirigente dell’APSS Luciano Flor. Unici rappresentanti del sistema sanitario, il direttore di Struttura dell’ospedale di Tione Vincenzo Cutrupi, il primario di Radiologia di Tione Eugenio Marsilli (in collegamento telefonico) e la dott.ssa Monica Bonenti responsabile delle Cure Primarie del Distretto sanitario del Centro Sud.
Univoco il messaggio emerso dalla riunione: è urgente capire il disegno complessivo della provincia per la Sanità in Trentino ed il ruolo previsto per gli ospedali di valle, quale presidio per garantire servizi di qualità e sicuri per i cittadini. Un documento di “osservazioni” è stato quindi approvato alla unanimità. Se non vi saranno le opportune risposte dalla provincia, sarà battaglia. Anche legale.
«Ci spiace non aver avuto la possibilità di confrontarci direttamente con l’Assessore Borgonovo Re e con il presidente Rossi su un tema tanto delicato quanto fondamentale per le Giudicarie” ha aperto la Presidente della Comunità Patrizia Ballardini «Lo dico con grande amarezza. Sarebbe stato fondamentale averli qui per capire direttamente da loro che idea hanno della Sanità e che ruolo potranno giocare gli ospedali di valle nella riorganizzazione della rete ospedaliera trentina, fornendo elementi che non emergono dai documenti ufficiali ad oggi messi a disposizione dalla PAT (ndr. La proposta di ‘Piano per la salute’ emanata dall’Assessorato alla salute PAT e la delibera della Giunta PAT sulla ‘Riorganizzazione della rete ospedaliera’ dello scorso dicembre) e non sono emersi nemmeno nell’incontro dedicato a questo, in Consiglio delle Autonomie, ad inizio gennaio. Oggi per loro non era possibile essere presenti e non hanno indicato altre date disponibili: abbiamo comunque convocato l’incontro oggi poiché il 31 gennaio 2015 scade il termine dato dall’Assessorato provinciale per formulare osservazioni al Piano della Salute».
“L’amarezza per l’impossibilità di avere informazioni chiare da parte dei Referenti provinciali questo pomeriggio si unisce all’amarezza rispetto all’incontro organizzato ieri dall’Assessore Borgonovo Re, a Trento, sul cosiddetto ‘Percorso nascita’ – prosegue la Presidente Ballardini - Come ho avuto modo di fare presente anche in quella sede, prima ancora della sostanza, vi è una questione di metodo: non condivido il coinvolgimento limitato al genere femminile (solo amministratrici di comuni e comunità), come peraltro evidenziato anche a Borgonovo Re in occasione dell’incontro sullo screening mammografico organizzato con medesima modalità nel settembre 2014, poiché ritengo il tema sanità (maternità inclusa) riguardi tutti, indipendentemente dal genere, tanto più quando la questione - come in questo caso - è di tipo prettamente organizzativo. Al tempo stesso, confermo come sia inaccettabile che venga comunicata la chiusura di punti nascita (a Tione, il 9 luglio scorso) prima che il ‘percorso nascita’ sia definito, anche alla luce del fatto che a ieri esso risulta ancora in fase di elaborazione e perfezionamento. Con riferimento alla sostanza, mi limito a sottolineare che, se da un lato si può fare un plauso all’obiettivo di accompagnare in modo competente e puntuale le donne in particolare durante la gravidanza ed il puerperio, dall’altro non è stata data risposta rispetto a come verranno gestite in particolare le urgenze legate al parto e più in generale le urgenze ginecologiche nelle valli, qualora le unità operative sotto i 500 parti/anno venissero effettivamente chiuse, secondo l’orientamento confermato da Borgonovo Re”.
La discussione si è quindi spostata sui punti previsti all’ordine del giorno: aggiornamento sulla situazione dell’ospedale di Tione; presentazione e osservazioni al Piano della Salute e presentazione ed osservazioni alla proposta di Riorganizzazione della rete ospedaliera.
«Noi stiamo ragionando su una bozza di un piano della Salute illegittima perché si basa su una norma che non esiste...» ha aggiunto l’assessore Luigi Olivieri che ha ribadito la totale mancanza di risposte da parte di Trento ai molti interrogativi posti dai territori. «Il piano della Salute è stato redatto senza essere condiviso dalle periferie». Non solo. Non sono state tenute in considerazione le necessità della periferia.
Conseguentemente, il Consiglio per la salute sul punto ha così deliberato: “Per quanto riguarda il Piano per la Salute provinciale, previsto dal d.d.l “Programmazione integrata delle politiche sanitarie e delle politiche sociali” approvato dalla Giunta provinciale con delibera n. 2070 di data 29.11.14 e in attesa di futura eventuale approvazione da parte del Consiglio provinciale, si ritiene che la bozza presentata, basata sulla previsione legislativa in itinere, sia svuotata di contenuti rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente (art. 13 l.p. 16/10). In particolare, non paiono delineati aspetti fondamentali della programmazione socio-sanitaria quali, ad esempio, la definizione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria, gli obiettivi strategici del servizio sanitario provinciale, le modalità di integrazione tra il comparto sociale e quello sanitario, la definizione delle risorse e degli strumenti di verifica e valutazione delle prestazioni e dello stesso Piano per la salute”.
«Con la riorganizzazione ospedaliera che ci viene prospettata viene ulteriormente penalizzato chi vive nelle valli, continua Olivieri. Abbiamo chiesto un potenziamento del Pronto soccorso e per mancanza di fondi non viene portato avanti il progetto originario; avevamo chiesto un hospice per il fine vita e ci viene detto che avremo solo uno spazio per la cronicità; abbiamo bisogno di un terzo radiologo per rendere efficiente il reparto e il servizio e ci viene negato; abbiamo chiesto il mantenimento di ostetricia e ginecologia e ci viene prospettata la chiusura; la chirurgia verrà ridimensionata; oggi il dott. Vincenzo Cutrupi ci dice che l’ospedale di Tione non diventerà un centro specializzato per l’ortopedia e la traumatologia ma sarà un centro specializzato per la flebologia”. All’esito di ciò, il Consiglio per la salute ha chiesto che venga rivista tale decisione, prevedendo per l’Ospedale di Tione una specializzazione di riferimento provinciale nell’ortopedia, per le ovvie necessarie risposte in tal settore alla domanda di sanità non solo per i giudicariesi, ma per gli ospiti soprattutto nella stagione invernale.
Inoltre, all’esito dell’ulteriore informazione svolta dal dottor Cutrupi nella seduta, relativamente al progetto per il nuovo servizio di continuità assistenziale, il Consiglio per la salute non ha condiviso questo continuo prorogare dei tempi ed ha insistito affinché siano messi a disposizione al più presto i locali per la continuità assistenziale e chiede che una parte degli spazi sia destinata al fine vita (hospice).
“Se confermate, queste sono scelte che il territorio giudicariese non può accettare. Percorreremo qualsiasi via, anche legale per opporci a questa linea», conclude Olivieri. Linea esplicitata nel documento condiviso e sottoscritto dal Consiglio della Salute, unito nel chiedere a gran voce di comprendere la visione complessiva della PAT rispetto al tema salute e sanità ed il mantenimento dei servizi fondamentali per l’ospedale di Tione.
A supportare le richieste del consiglio della Salute anche l’intervento telefonico del dott. Eugenio Marsili primario di radiologia presso il presidio ospedaliero di Tione. «Vorrei sottolineare che le criticità per gli ospedali di valle sono a 360°, sono a tutto tondo: ci devono spiegare quale futuro hanno previsto per l'ospedale periferico». Ma devono anche tenere in considerazione che «è impensabile che ci sia un’ottima Salute di secondo livello a Trento e a Rovereto senza un’ottima Salute di primo livello in periferia. Non è pensabile che Trento e Rovereto vengano intasati da interventi come l'ernia inguinale che possono e devono essere fatti in periferia. Bisogna avere una visione di prospettiva. Se io assumo dei medici per poter fare una buona medicina di primo livello a Tione, in modo che i reparti possano lavorare, e non sopravvivere, ho una spesa immediata ma faccio un investimento che mi ritornerà nel corso degli anni, e i benefici saranno sotto gli occhi di tutti negli anni futuri. La qualità può e deve essere fatta anche in valle, motivando le persone che lavorano. La motivazione è quella di poter dire: lavoro in un ospedale che serve. Nel momento in cui si può e si riesce a dimostrare che gli ospedali di periferia sono efficienti, si riesce a far risparmiare il sistema sanitario... quindi non è un discorso solo di salvare l'ospedale periferico ma è un discorso di efficienza e di efficacia».
Ed in merito a Radiologia c'è ancora l’emergenza scattata alla fine del 2014? «La grossa emergenza è stata superata in quanto la radiologia di Rovereto ha riiniziato la telerefertazione ordinaria. Ma quello che non si riesce a supplire è il caso in cui uno dei due medici è assente: non siamo coperti e siamo costretti a tagliare le prestazioni radiologiche e lavorare quasi solo sulle urgenze. Questa situazione si avrà per circa 16 settimane all'anno». Ma non è l’unico grattacapo al quale l’ospedale di Tione deve far fronte: «ricordiamo che il Primario di Medicina a volte deve fare il turno in Pronto soccorso per carenza di organico…» ed al tempo stesso emerge che “ad ottobre di quest’ anno il primario di Radiologia di Arco andrà in pensione e probabilmente a quel punto l’attuale primario di Tione dovrà dividersi tra i due ospedali, con le conseguenze immaginabili se l’organico rimane quello attuale”.
Ha voluto portare la sua vicinanza alla battaglia delle Giudicarie per il mantenimento dei servizi anche il consigliere Mario Tonina che ha palesato la sua disponibilità a ribadire in ogni occasione la necessità di un mantenimento dei servizi di base degli ospedali periferici: «Anche se le risposte e i risultai ottenuti fino ad ora sono stati pochi, la sensibilità da parte nostra verso il problema c'è. Da parte mia c'è anche una particolare attenzione per portare avanti un discorso che possa garantire un servizio di qualità per le Giudicarie e abbiamo richiesto che ne venga discusso in maggioranza. Il problema è politico. Se vogliamo che i territori siano ancora popolati dobbiamo garantire una politica attenta verso la periferia, altrimenti ci saranno grandi problemi».
Il prossimo appuntamento sul tema salute nelle valli, con particolare riferimento ai punti nascita, sarà a Trento, il prossimo 9 febbraio, per l’incontro promosso dal consigliere provinciale Mauro Gilmozzi con gli amministratori dell’intero arco alpino che stanno fronteggiando una situazione simile a quella delle valli trentine. Obiettivo: conoscere le situazioni di criticità di tutti i territori alpini ed elaborare insieme una proposta da portare all’attenzione del governo , per garantire qualità e sicurezza delle prestazioni sanitarie anche nei territori periferici.
Documento con osservazioni al Piano provinciale per la Salute e alle linee guida per la riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale da parte del Consiglio per la Salute della Comunità delle Giudicarie: