"Le Giudicarie raccontano le Giudicarie", prosegue il percorso di approfondimento su storia ed identità del territorio promosso dalla Comunità.
Viaggio in Giudicarie: un affresco del territorio tra parole e immagini
La sala Sette Pievi della Casa della Comunità gremita per vivere in diretta i ‘frammenti di cultura giudicariese’ presentati dalle Associazioni culturali ed assistere alla anteprima del film "Voci, volti, valli. Viaggio in Giudicarie". Una nuova tappa del progetto 'Le Giudicarie raccontano le Giudicarie', promosso dalla Comunità e volto ad approfondire l'identità e di raccontare, con forme e linguaggi diversi, la complessa fisionomia di questo territorio.
La serata è stata presentata dalla Presidente della Comunità, Patrizia Ballardini, che ha ripercorso le tappe del progetto. Il percorso culturale ha preso vita a partire da un incontro con gli storici locali, nel luglio 2011, quando la Comunità ha posto al centro la riflessione sull'identità e sul ruolo che questa può avere per costruire il futuro di un territorio vasto e complesso come quello delle Sette Pievi. Il confronto è proseguito nei mesi successivi, nell'ambito del Piano Territoriale di Comunità, coinvolgendo anche Annibale Salsa, antropologo di fama internazionale, per dare un contributo con l'occhio dello scienziato 'forestiero', ed ha quindi visto, ad oggi, altre tre tappe cruciali: la costruzione, pubblicazione e distribuzione a tutte le famiglie del libro di Mario Antolini 'Le Giudicarie' (primavera 2013); la conviviale con gli storici locali sul tema (settembre 2013); il coinvolgimento delle Associazioni Culturali delle Giudicarie, dando la possibilità a ciascuna di contribuire con un tassello al mosaico volto a rappresentare il nostro territorio (da dicembre 2013).
«Le Giudicarie costituiscono un meraviglioso angolo della catena alpina, protetto da aspri promontori che ne disegnano quasi integralmente i confini, incuneato tra uno dei ghiacciai più estesi delle Alpi ed il più grande lago italiano. Valli con uno straordinario patrimonio ambientale, arricchito e plasmato nei secoli da una popolazione che ha vissuto ed ha sviluppato una complessa, dinamica e plurale identità, a partire anche dalle relazioni, talvolta critiche, tra le diverse comunità che la compongono». Così sintetizza l'affresco la Presidente Ballardini, che prosegue: «Le Giudicarie sono un territorio composito, nel quale più ambiti si affiancano e si integrano, dove le differenze rappresentano un potenziale ancora inespresso, piuttosto che il limite talvolta ancora percepito. Un territorio complesso ed una comunità ruvida e talvolta scontrosa, ma al tempo stesso mosaico affascinante e prezioso. Una terra che si può apprezzare ed amare nella sua unicità solo attraverso la conoscenza oltre il quotidiano superficiale. Ora un nuovo momento di riflessione e di condivisione dei confronti e delle prime riflessioni, attraverso alcune pennellate delle Giudicarie - ha aggiunto Patrizia Ballardini - con il coinvolgimento diretto dei gruppi culturali locali che hanno aderito alla proposta con passione, e che in tal modo faranno partecipi del loro lavoro di ricerca gli altri gruppi giudicariesi. Uno scambio di preziosi, a volte inediti frammenti culturali "dal vivo" che andrà ad arricchire il materiale raccolto nel filmato».
Così, finalmente insieme a "vicendevolmente parlarsi e sentirsi", le voci della Rendena con la Fondazione Antica Vetreria di Carisolo e il Museo della Malga di Caderzone, del Chiese con Associazione "il Chiese", l'Associazione "La Miniera", e il Gruppo culturale "Le Quatar Sorèle", delle Giudicarie Esteriori con Ecomuseo della Judicaria e il Gruppo Ricerca e Studi Giudicariesi, della Busa di Tione con il Centro Studi Judicaria e il Gruppo Culturale Bondo-Breguzzo, e rappresentanti delle Università della Terza Età presenti in Giudicarie.
«Enti sempre vissuti a se stanti e per la prima volta uno di fronte agli altri, a rendersi conto che hanno fatto ricerche e si sono interessate della stessa terra e della stessa gente. Gruppi di persone che hanno sentito la gioia, la soddisfazione e l'importanza di potersi incontrare e di scambiarsi la ricchezza culturale comune che sono riuscite ad accumulare in tanti anni di un entusiasmante "camminare insieme” vagando fra popolazioni e territori di un unico stesso “tochèl de Tera”. Una prima esperienza di "comune incontro" che dovrà ripetersi a scadenze fisse per le Giudicarie ed i Giudicariesi che ne sentono e ne hanno bisogno» commenta Mario Antolini, protagonisti della serata e del Docufilm.
Un filmato con testimonianze e paesaggi delle Giudicarie, fatto realizzare dalla Comunità con la professionalità di Roberta Bonazza e Luciano Stoffella. Un'ora di "Viaggio in Giudicarie" attraverso una carrellata di "volti, voci, valli" che, nel più raccolto silenzio, ha portato i numerosi presenti in sala a rendersi conto di quanto le Giudicarie siano ancora sconosciute, e quanti "angoli" di bellezze e di cultura abbiano ancora da offrire. Una prima ricognizione del territorio giudicariese, vasto e complesso da raccontare, attraverso un viaggio in automobile, passando per le metaforiche e reali "porte" d'accesso alle Giudicarie, guardando il paesaggio nei diversi cromatismi delle quattro stagioni, e lasciando alle testimonianze delle persone il filo narrativo del tempo e delle vicende che ne hanno segnato il carattere. 57 minuti, intensi di immagini per condensare il mosaico Giudicarie. Le voci degli storici, Mario Antolini, Giuseppe Ciaghi, Gianni Poletti, Graziano Riccadonna e Paolo Luconi, dei vecchi contadini e dei "vachèr", dei Sindaci, degli operatori economici. Lo scampanìo dei cento campanili, le strade del fondovalle e le stradine di campagna; lo scorrere delle case vecchie e nuove. Il soffermarsi della cinepresa sulla campagna e sui declivi dei monti fino alle rocce dolomitiche ed ai ghiacciai, hanno fortemente colpito ed impressionato ed hanno potuto trasmettere messaggi ‘che nessuna parola avrebbe potuto farlo con la stessa incisività’.
«Abbiamo cercato di fare un filmato ponendoci la domanda: se fra cinquanta anni verrà visto, cosa potrà essere capito delle Giudicarie?» sottolinea Roberta Bonazza. «Crediamo di aver raccolto delle testimonianze preziose, vere, che danno una pennellata di ciò che sono le Giudicarie».
«Un prodotto pregevole – lo ha definito l'assessore alla cultura della Comunità delle Giudicarie Paolo Pasi – del quale ho apprezzato i tempi e i contenuti». Non solo. «Ci ha aiutato ad imparare la bellezza del lavorare insieme. Ora più che mai c'è bisogno di unione e di condivisione e di andare avanti insieme. Vorrei ringraziare Roberta Bonazza per questo prezioso lavoro che mi auguro verrà utilizzato e fatto conoscere anche nelle scuole delle Giudicarie».