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Valorizzare gli Ospedali di Valle: una sfida ed una responsabilità, cui dare risposta mettendo al centro l'Autonomia del Trentino

Lo chiedono alla Provincia con un documento congiunto le Comunità ed i Comuni della Val di Fiemme, della Valsugana e Tesino, della Val di Non, della Val di Sole, delle Giudicarie e il Comun General de Fascia.

È necessario «sospendere qualunque decisione fino a che non sia stato predisposto un organico e dettagliato Piano sanitario provinciale nel quale venga ripensata l’attuale articolazione del sistema sanitario (con particolare riferimento anche al N.O.T.), al fine di garantire il reale funzionamento dell’Ospedale del Trentino concepito in rete tra i sette attuali Presidi Ospedalieri, parità di trattamento e valorizzazione dei territori e dei servizi ospedalieri periferici, prevedendo presso gli stessi Presidi Ospedalieri i punti di specializzazione e i servizi di base e di emergenza». È quanto chiedono con forza e determinazione le Comunità di valle della Val di Fiemme, della Valsugana e Tesino, della Val di Non, della Val di Sole, delle Giudicarie e il Comun General de Fascia che congiuntamente hanno firmato un documento da consegnare al presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi, alla Giunta e al Consiglio della Provincia,  per ribadire la loro contrarietà rispetto  le decisioni paventate dall’assessore Donata Borgonovo Re in merito al destino degli “Ospedali di valle”.

 

Il documento, presentato oggi presso la sala del Consiglio delle Autonomie alla presenza dei presidenti delle Comunità di Valle e di molti sindaci dei comuni trentini, insieme ad alcuni Consiglieri provinciali, è stato sintetizzato dalla Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini: «Il mantenimento di Presidi Ospedalieri efficienti, con servizi che rispondano alla domanda di sanità delle comunità di riferimento, risulta condizione imprescindibile per garantire la qualità della vita e le necessarie risposte al bisogno di salute ai cittadini dei territori periferici della Provincia di Trento. I Presidi Ospedalieri hanno un ruolo rilevante anche rispetto alla proposta turistica che i territori esprimono, quale elemento distintivo di peso nella scelta della destinazione, in particolare con riferimento al target “famiglie”, scelto dal Trentino e dai suoi territori come “core target”. Nel corso della raccolta firme di questi giorni, abbiamo avuto la testimonianza di numerosi turisti che evidenziano come la presenza di un ospedale qualificato sia per loro alla base della scelta della destinazione».

 

È quindi del tutto evidente che « la politica sanitaria non può assolutamente basarsi sul mero numero delle prestazioni erogate dai Presidi Ospedalieri di Valle, dato che altrimenti verrebbe meno la scelta di incentivare e sostenere i presidi erogatori di servizi nelle comunità di montagna, e deve contrastare il fenomeno dell’accentramento presso i centri di Trento e Rovereto dei servizi essenziali, come sicuramente sono quelli relativi alla salute».  

 

Parimenti nella costruzione di una visione strategica d’insieme che permetta una programmazione coerente, nel medio e lungo periodo, del servizio ospedaliero nel suo complesso deve esserci il coinvolgimento del territorio in modo da rappresentarlo  nelle scelte strategiche e politiche sui servizi ospedalieri periferici.  Dagli avvenimenti succedutisi negli ultimi mesi si deduce al contrario lo svilimento  dell’impegno  che il Consiglio per la salute delle rispettive Comunità fino ad ora ha sempre dimostrato, quale soggetto portatore delle esigenze di salute del territorio. 

 

«Con questo documento - ha aggiunto la presidente Ballardini - le Comunità ed i Comuni, che siedono insieme nei Consigli della Salute, chiedono pertanto che ogni decisione in merito ai servizi ospedalieri e territoriali delle Comunità sia prima concertata e condivisa con  i territori attraverso i loro organi di rappresentanza e che venga riconosciuta ai Consigli per la salute, una reale funzione di “partecipazione alla definizione e all’attuazione delle politiche per la salute” e “alla definizione degli atti di programmazione provinciale” come previsto dalla legge, attivando una reale e fattiva consultazione e partecipazione degli stessi nelle scelte riguardanti la programmazione sanitaria sui territori, al fine di attuare una programmazione nel medio e lungo periodo che tenga conto delle istanze e delle particolarità dei territori, come più volte dichiarato nelle intenzioni dall’Assessorato.

 

A sostegno del documento le parole anche degli altri presidenti di Comunità, quindi di Sindaci e Consiglieri Provinciali.

 

Sergio Menapace, in rappresentanza della Comunità della Val di Non, ha puntato l’attenzione sulla necessità di condivisione delle scelte e sulla necessità di partire dalle specificità dei territori.  «È necessario considerare il Trentino per quello che è, un territorio di montagna. E come tale non si possono fare paragoni con situazioni nazionali completamente diverse e portare in maniera semplicistica dei numeri per avvallare scelte discutibili». Inoltre è «necessario un maggiore confronto per arrivare a scelte che rispondano alle esigenze del territorio»

 

Sandro Dandrea, presidente della Comunità Valsugana e Tesino, ha chiesto che nelle discussioni si analizzi quello che sarà il sistema sanitario provinciale che prevede la messa in rete dei servizi. «Vogliamo capire cosa significa mettere in rete gli ospedali, e come funzionerà questa rete. Per l’ospedale di Borgo noi avevamo firmato un protocollo che doveva garantire dei servizi, ma è stato totalmente disatteso. Alle promesse devono seguire i fatti».

 

Parole condivise anche dal Presidente della Comunità della Val di Fiemme, Raffaele Zancanella, che ha ricordato come si siano fatte molte riunioni per il mantenimento e il rafforzamento dell'ospedale di Cavalese ma che ancora oggi non si hanno certezze. «Sono molto amareggiato perché non vedo una volontà precisa di rispondere alle esigenze delle nostre genti. Il punto focale è quello di fare chiarezza e di togliere dall’incertezza i territori periferici. È un atto di civiltà ancor prima che una scelta di programmazione. Dal 1729 la val di Fiemme ha un ospedale funzionante. Va bene razionalizzare e risparmiare, ma regredire non lo possiamo accettare, perché rivendichiamo questa nostra storia e questa nostra tradizione. Non mi si venga a dire che non si può mantenere il punto nascite perché  263 nati in un anno sono troppo pochi. I neonati sono il bene più prezioso per una società, e dovrebbero essere  il punto focale di un piano sanitario: dobbiamo quindi dare forza ai punti nascita, è lì che nasce la vita e prende forza la società».

 

Preoccupazioni per un’eventuale indebolimento dei servizi dell’ospedale di Cavalese condivise anche dalla Procuradora del Comun Generale de Fascia Cristina Donei: «la rete degli ospedali è un’ottima idea, ma bisogna mantenere i servizi di base nei territori, non si può negare un punto nascite al territorio. La valle di Fassa è la valle più giovane del Trentino. Se si depotenzia Cavalese i fassani si rivolgeranno a Bolzano... con un'ulteriore spesa per la provincia di Trento..».

 

«Queste della sanità sono tematiche molto delicate - ha puntualizzato Alessio Migazzi, presidente della comunità della Val di Sole,« Non tutti capiscono la difficoltà di vivere in una valle. È facile erogare servizi in città, non è facile farlo nelle periferie. Non si vuole alzare delle barricate ma è importante che i territori vengano coinvolti nelle decisioni importanti. C’è un rischio sempre più marcato di impoverimento delle periferie».

 

Molti gli interventi anche in rappresentanza dei comuni trentini.

 

Mattia Gottardi, sindaco di Tione, ha sottolineato come non possa essere condiviso né il metodo né il merito delle dichiarazioni dell’Assessore Donata Borgonovo Re. «Non possiamo accettare una decisione calata dall’alto che va ad impoverire il nostro territorio e a privarci di un servizio essenziale. Mi fa piacere che oggi siamo qui in rappresentanza di circa 150 comuni del Trentino per dire “ascoltateci perché state prendendo una decisione sbagliata”. Dai territori emerge un'esigenza chiara e la politica dovrà tenerne conto. Nessuno pretende che gli ospedali di valle diventino dei “piccoli Santa Chiara”, ma è necessario che vengano mantenuti i servizi di base. I dati del Trentino della sicurezza dei punti nascite ci dicono che sono un'eccellenza ...».

 

Fabio Dalledonne, Sindaco di Borgo, ha ribadito come per  l’ospedale di Borgo i patti siano stati completamente disattesi ed ha aggiunto: «Non si può trattare un ospedale come fosse un ufficio della Provincia. Un reparto non può essere aperto ad ore. Vogliamo partecipare alla scelte importanti che condizioneranno  la vita dei nostri cittadini e chiediamo pertanto di essere presenti al tavolo che deciderà del piano strategico sanitario provinciale».

 

«Un ospedale di valle non è un lusso» è stata l’affermazione forte del Sindaco di Cavalese, Silvano Welponer: «Chiediamo di poter scegliere. Possibile che i rappresentanti dei cittadini non possano essere protagonisti e propositivi e coinvolti nel trovare delle soluzioni per la nostra terra?».

 

“Nonostante il presidio di Cles non sia stato ad oggi ‘messo in discussione’ – ha precisato Mara dalla Torre, presidente della conferenza dei sindaci della Val di Non – abbiamo ritenuto importante avallare questo documento poiché crediamo gli ospedali di valle rappresentino una risorsa per tutto il Trentino”

 

Non sono mancati nemmeno gli interventi di esponenti politici presenti in sala. Tra questi, Mario Tonina,consigliere provinciale che ha detto di essere consapevole dei problemi della periferia e di farsene carico: «Abbiamo chiesto di sospendere qualsiasi decisione fino a quando non verrà fatto un piano per la sanità trentina. Il sistema sanitario va ripensato.  Se ci sono problemi di risorse, sediamoci e riparliamo anche della riorganizzazione del nuovo ospedale. Dobbiamo valorizzare i presidi ospedalieri territoriali. Il nostro impegno sarà massimo. Benissimo la rete degli ospedali, ma potrà essere reale solo se vi sarà una mobilità del personale che potrà valorizzare anche le strutture periferiche.”

 

Un problema quello del mantenimento degli ospedali molto sentito anche dalla popolazione come sottolineato dall’assessore della Comunità delle Giudicarie, Luigi Olivieri: «Ieri abbiamo iniziato la raccolta firme a sostegno del mantenimento del punto nascite di Tione e del potenziamento dell’ospedale: a Pinzolo abbiamo raccolto 800 firme in 6 ore,  a testimonianza che c’è un legame profondo con il territorio. L’Assessore Borgonovo Re ha compiuto un atto gravo affermando che il punto nascite di Tione sarebbe stato chiuso per motivi di sicurezza, che denota una certa irresponsabilità. Se la sicurezza è legata ai numeri, tutti i punti nascita con meno di 500 parti/anni devono essere chiusi. Se, come abbiamo inteso, le motivazioni sono altre, devono essere chiarite con i territori ed i territori devono essere coinvolti nelle decisioni».

 

 “A Bolbeno, in una sola mattinata, raccolte 150 firme, aggiunge il Sindaco di Bolbeno, Diego Chiodega – un messaggio chiaro ed importante di come dobbiamo farci carico di ‘voler bene’ alle periferie del Trentino”

 

In conclusione il consigliere Giuseppe Detomas. ha rimarcato come sia necessario recuperare la capacità di dialogare con la società e di rafforzare  il diritto  ad essere parte di un processo che renda partecipi i cittadini: «Dovremmo prendere l'occasione per dialogare con tutti i territori e portare il lavoro fruttuoso nelle aule del consiglio»  «Teniamo aperto questo tavolo di lavoro allargandolo ai rappresentanti della sanità...» il suo auspicio condiviso da tutti.

 

In chiusura, la Presidente Ballardini, vice presidente del Consiglio delle Autonomie, ha informato di aver fatto richiesta al Presidente del CAL, Paride Gianmoena, di trattare l’argomento anche nell’ambito del Consiglio delle Autonomie, quindi auspicato un incontro a breve con il Presidente Rossi e la Giunta Provinciale per un confronto costruttivo sulla questione

 

“La richiesta di 6 Comunità e 130 Comuni che rappresentano un terzo della popolazione trentina non può essere ignorata – ha affermato concludendo Patrizia Ballardini - Se sono necessari tagli di spesa, valutiamo insieme dove effettuarli, tenendo presente che la sanità è un diritto essenziale per tutti i Cittadini del Trentino, sia quelli residenti sull’asse dell’Adige che quelli delle valli. In un contesto complesso e delicato, certamente più difficile e diverso da quello nel quale si è iniziato ad affrontare il tema della riorganizzazione del sistema sanitario trentino qualche anno fa, confidiamo che si colga l’occasione per identificare soluzioni che valorizzano l’Autonomia del Trentino, trovando modalità organizzative e gestionali in grado di garantire servizi di qualità e sicuri, con parità di trattamento per tutti i Cittadini del Trentino. Questa è la sfida e la responsabilità degli Amministratori”.

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