In attesa di un orientamento della Giunta provinciale, la richiesta chiara delle Giudicarie e delle Valli del Trentino di essere coinvolte nelle decisioni legate al piano sanitario e alla riorganizzazione della rete ospedaliera
Oltre 23mila firme dalle Giudicarie all’attenzione del Consiglio provinciale per dire ‘no’ alla chiusura dell’Unità di ostetricia e ginecol...
Dopo la consegna al Presidente della Giunta provinciale, a Tione lo scorso venerdi, oggi sono stati consegnati ufficialmente anche al Presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, i plichi con le firme raccolte mediante la petizione "Salviamo l'ospedale di Tione e il nostro Punto nascite".
Oltre 23mila firme: un numero davvero elevato se si considera che le Giudicarie hanno una popolazione di 37.635 abitanti (dato 1.1.14) con 30.701 maggiorenni e che le adesioni sono state raccolte in meno di un mese. Solo 600 le firme ‘on line’, a conferma dell’interesse e del coinvolgimento reale e convinto dei cittadini che hanno sottoscritto la petizione.
Consegnate anche le delibere della Comunità e dei Comuni delle Giudicarie (38) che ribadiscono l’esigenza di avere una visione complessiva rispetto al sistema sanitario trentino e la necessità di coinvolgimento dei Territori nelle decisioni relative al sistema sanitario e alla rete ospedaliera.
Presenti all’incontro con il Presidente del Consiglio provinciale, insieme alla Presidente della Comunità delle Giudicarie, Patrizia Ballardini, l’assessore Luigi Olivier e la giunta della Comunità delle Giudicarie, il Sindaco di Tione, Mattia Gottardi, anche in rappresentanza della Conferenza dei Sindaci delle Giudicarie, insieme a numerosi sindaci e assessori giudicariesi e anche a i capigruppo assembleari. Con loro, a conferma di quanto la questione sia sentita e condivisa, il presidente del Consiglio delle Autonomie, Paride Gianmoena.
«L'ipotesi di chiusura del Punto nascite ha davvero mobilitato il territorio – sottolinea la Presidente della Comunità delle Giudicarie, Patrizia Ballardini – i giudicariesi hanno voluto far sentire la propria voce manifestando apertamente la convinzione che i servizi sanitari legati alla maternità e più in generale all'ostetricia e ginecologia sono essenziali in un territorio come questo, con la garanzia della massima qualità possibile e di sicurezza. La massiccia adesione alla petizione, nella quale si chiede anche un effettivo coinvolgimento nella definizione del Piano sanitario provinciale, ci ha fatto toccare con mano come il presidio ospedaliero sia ritenuto da tutti un patrimonio essenziale, costruito dalla comunità locale e gestito in autonomia per molti anni, che non può essere progressivamente depotenziato o messo in discussione. Siamo tutti consapevoli della delicatezza del momento, anche alla luce della contrazione delle risorse, ma riteniamo essenziale una riflessione approfondita rispetto a un diritto primario quale quello della salute. Questa è una priorità assoluta, anche in fase di contrazione delle risorse! Il fatto che a chiedere un approfondimento e un reale coinvolgimento siano tutti i Territori delle valli trentine è la conferma della rilevanza della questione, che va a incidere direttamente sulla qualità della vita dei Cittadini, che hanno pari diritti sull’asse dell’Adige come nel resto del Trentino”.
“L’obiettivo dell’incontro di oggi, quindi – ha precisato la Presidente Ballardini - al di là del gesto simbolico della consegna delle firme di sottoscrizione alla petizione, è quello di sensibilizzare anche il Consiglio provinciale rispetto all’esigenza dei Territori di avere la garanzia di un reale coinvolgimento nella costruzione del Piano sanitario e in primis nella definizione del sistema ospedaliero a rete, con una valorizzazione degli ospedali di valle. Non vogliamo più ‘scatti in avanti’ con condivisi. Non vogliamo più ‘decisioni frammentarie’ in assenza di un piano complessivo».
Puntuali le precisazioni successive della Presidente, anche alla luce delle dichiarazioni apparse sui quotidiani nei giorni più recenti “Non chiediamo ‘tutto a tutti sotto casa’; chiediamo servizi sanitari di qualità e sicuri accessibili con parità di trattamento per tutti i cittadini del Trentino. Non sosteniamo quella che taluno ha definito ‘logica del campanile’ e nemmeno chiediamo ‘comodità’; chiediamo servizi ai cittadini, tenendo conto del contesto logistico nel quale vivono e delle fasce più deboli. Non chiediamo di ‘assecondare le firme’, ma di avere rispetto dei territori, coinvolgendoli realmente come previsto dalla legge, pronti a condividere anche la responsabilità di scelte difficili che ci troveremo a dover assumere.”
Un atto, quello della raccolta firme, che è solo l’ultimo di una serie consistente di azioni che la Comunità delle Giudicarie porta avanti da alcuni anni per difendere il proprio presidio ospedaliero. A partire dal 12 settembre 2011 quando venne organizzato un primo incontro dal titolo “Ospedale di Tione: quale futuro?” al quale intervennero l’allora Assessore provinciale dottor Ugo Rossi, il Direttore generale dell’APSS dottor Luciano Flor e l’allora Direttore del Presidio ospedaliero di Tione dottor Umberto Papa. In quell’occasione, l’Assessore Ugo Rossi dichiarò la ferma intenzione di “mantenere gli ospedali di valle, pur procedendo a una loro riorganizzazione in un’ottica di rete ospedaliera, mantenendo i servizi essenziali quali il pronto soccorso, le UU.OO. di medicina, di ostetricia e ginecologia, di ortopedia, oltre a un reparto di chirurgia in grado di intercettare in generale quelle esigenze che non richiedono grandissima specializzazione”. L’Assessore Rossi affermò inoltre che “ogni ospedale di valle avrebbe dovuto trovare una propria eccellenza in qualche tipologia di intervento” in modo da diventare il punto di riferimento trentino per quella particolare prestazione.
Da allora molte altre iniziative sono state messe in campo: le tre mozioni approvate dall’assemblea della Comunità rispettivamente in data 26 aprile 2012, 7 maggio 2013 e 11 marzo 2014, sino alla mozione presentata il 30.01.2014 in consiglio provinciale dal consigliere Mario Tonina;
dagli incontri organizzati dalla Comunità nelle diverse zone del territorio aperti alla popolazione per far conoscere le attività dell’Ospedale e aprire un percorso di confronto, ai quali hanno partecipato i Dirigenti dell’APSS e i Direttori delle Unità Operative dell’Ospedale, al lavoro puntuale e costante fatto dal Consiglio per la Salute, che si è sempre interessato alla tematica sin dal suo insediamento e l’ha trattata in otto sedute a partire da marzo 2011;
dal documento inviato a gennaio 2013 da parte del Consiglio per la salute all’Assessore provinciale Ugo Rossi e al Direttore generale dell’APSS Luciano Flor per portare all’attenzione della dirigenza aziendale provinciale le criticità rilevate in relazione al servizio ospedaliero, alla seduta del Consiglio della Salute del 5 marzo 2013 in presenza dell’allora Assessore provinciale per le salute e le politiche sociali Ugo Rossi, del Direttore generale dell’APSS Luciano Flor e del Direttore del Distretto Centro Sud Pierluigi Gardini - nella quale venne concordato con l’Assessore per la salute Ugo Rossi di prevedere un periodo di due anni per mettere il reparto di ostetricia nelle condizioni di lavorare secondo la dotazione organica quantomeno degli altri Punti nascita degli ospedali di valle colmando, quindi, le carenze di organico e potenziando i servizi, per poi valutare gli esiti.
«Crediamo di aver utilizzato ogni occasione utile all’interno dei momenti istituzionali concessici per far presente quanto sia importante per la sopravvivenza dei nostri territori il mantenimento e il potenziamento dei servizi» commenta l’assessore Olivieri. «In merito all’ospedale eravamo sicuri che la battaglia portata avanti godesse dell’appoggio della popolazione, ma il plebiscito che c'è stato con la raccolta firme rafforza da una parte la nostra azione, dall’altra ci dà la possibilità oggi di far toccare con mano anche alla Giunta provinciale qual è il volere dei giudicariesi ». Non solo. «La massiccia adesione alla petizione di chi viene in vacanza nelle Giudicarie, turisti in gran parte proprietari di seconde case, ci dice che per molti il presidio ospedaliero è ritenuto una componente fondamentale dell'offerta nel momento in cui si sceglie una destinazione. Forse per questo sono state ben il 34,2% le firme apposte da non residenti in Giudicarie e Provincia di Trento sotto la petizione, accompagnate da numerose testimonianze di plauso per i servizi dell'ospedale».
In sintesi «quello che il territorio chiede non è di avere un "piccolo Santa Chiara" ma di mantenere un reparto di Ostetricia e Ginecologia in grado di erogare servizi sicuri e di qualità, in una struttura ospedaliera che possa garantire anche ai territori periferici i servizi basilari, necessari e fondamentali per poter continuare a far vivere e popolare le valli di montagna».
Una posizione in comune anche con gli altri territori periferici del Trentino, che hanno condiviso paure e preoccupazioni per un possibile ridimensionamento dei presidi ospedalieri periferici. L’8 agosto 2014 i Presidenti delle Comunità di valle della Valle di Non, della Valle di Sole, della Val di Fiemme, della Valsugana e Tesino, delle Giudicarie e del Comun General de Fascia hanno sottoscritto un documento congiunto e l’hanno inviato al Presidente della Provincia Ugo Rossi e al Consiglio e alla Giunta provinciale. Nel documento, presentato a Tione lo scorso venerdì, si chiede che ogni decisione in merito ai servizi ospedalieri delle Comunità sia prima concertata e condivisa con i Territori attraverso i loro organi di rappresentanza e in particolare il Consiglio per la salute, a ciò deputato in base alle norme vigenti; si chiede inoltre di sospendere qualunque decisione fino a che non sia stato predisposto un organico e dettagliato Piano sanitario provinciale nel quale venga ripensata l’attuale articolazione del sistema sanitario in rete tra i sette attuali Presidi Ospedalieri e garantita parità di trattamento per tutti i Cittadini.
Il 27 agosto è stato discusso e approvato all’unanimità dal Consiglio delle Autonomie Locali della Provincia autonoma di Trento un documento nel quale si è ribadita la necessità del mantenimento e potenziamento degli ospedali periferici e si è chiesta la condivisione da parte degli organi provinciali delle scelte in merito ai servizi sanitari territoriali con i territori. Nel documento è stato chiesto inoltre, in coerenza con quanto ribadito dalle Comunità interessate, che la Giunta provinciale sospenda ogni decisione fino a che non sia stato predisposto un organico Piano sanitario provinciale che garantisca il reale funzionamento del sistema ospedaliero “a rete” e parità di trattamento tra tutti i cittadini, attraverso la valorizzazione dei territori e dei servizi ospedalieri periferici, presso i quali vengano garantiti i servizi di base e di emergenza e punti di specializzazione qualificati.
Nell’incontro svoltosi venerdi scorso a Tione, alla presenza di molti amministratori locali, sono giunte rassicurazioni solo parziali dal presidente Rossi "Non è prevista alcuna ipotesi di chiusura dell'ospedale di Tione - ha detto - ma è stato avviato un ragionamento per offrire il miglior servizio possibile", mentre è stato sottolineato l’impegno da parte della Giunta provinciale al coinvolgimento dei territori.
Trento, 17 settembre 2014