Le Giudicarie unite per salvare l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia e avere un piano sanitario provinciale che valorizzi gli ospedali di valle.
Il Punto nascite essenziale per le Giudicarie: raccolte oltre 22mila firme
Un’adesione così massiccia non se l’aspettavano nemmeno i promotori della raccolta firme.
Ad oggi sono 22.411 sottoscrizioni per appoggiare la petizione “Salviamo l'ospedale di Tione e il nostro Punto nascite”: un numero davvero elevato se si considera che le Giudicarie hanno una popolazione di 37.635 abitanti (dato al 1.1.14) con 30.701 maggiorenni e che le adesioni sono state raccolte in meno di un mese.
«Un segnale importante – sottolinea la Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini – L’ipotesi di chiusura del Punto nascite ha davvero mobilitato il territorio. I giudicariesi hanno voluto far sentire la propria voce manifestando apertamente la convinzione che i servizi sanitari legati alla maternità e più in generale all’ostetricia e ginecologia sono essenziali in un
territorio come questo, con la garanzia di qualità e di sicurezza. La massiccia adesione alla petizione ci ha fatto toccare con mano come il presidio ospedaliero sia ritenuto da tutti un patrimonio essenziale, costruito dalla comunità locale e gestito in autonomia per molti anni, che non può essere progressivamente depotenziato o messo in discussione».
Moltissime le persone che si sono messe a disposizione per raccogliere le firme, dai cittadini comuni alle associazioni di volontariato.
«Eravamo sicuri che la battaglia che stiamo portando avanti da alcuni anni per mantenere i servizi fondamentali nelle nostre vallate godesse dell’appoggio della popolazione» commenta Luigi Olivieri, assessore di riferimento della Comunità delle Giudicarie.
«Ma il plebiscito che c’è stato a sostegno dell’ospedale rafforza la nostra azione, ci impone di continuare il cammino intrapreso nella varie sedi istituzionali e ci permette di dire con orgoglio non solo che stiamo difendendo e portando avanti le istanze dei cittadini giudicariesi ma anche che i cittadini l’hanno capito perfettamente e ci sono vicini».
Ugualmente non può essere sottovalutata l’adesione alla petizione di chi viene in vacanza nelle Giudicarie, turisti in gran parte proprietari di seconde case. Per molti il presidio ospedaliero è ritenuto una componente fondamentale dell’offerta nel momento in cui scelgono una destinazione. Forse per questo sono state ben 7.609 (il 33%) le firme apposte da non residenti sotto la petizione, accompagnate da numerose testimonianze di plauso per i servizi dell’ospedale.
Quello che il territorio chiede infatti non è di avere un “piccolo Santa Chiara” ma di mantenere un reparto di Ostetricia e Ginecologia in grado di erogare servizi sicuri e di qualità, in una struttura ospedaliera che possa garantire anche ai territori periferici i servizi basilari, necessari e fondamentali per poter continuare a far vivere e popolare le valli di montagna.
Intanto la raccolta firme prosegue, sino al giorno dell’incontro con il Presidente Rossi, previsto per il prossimo 12 settembre, come prosegue il percorso istituzionale condotto sin qui per la valorizzazione degli ospedali di valle nell’ambito del Piano sanitario provinciale, che ha trovato il consenso non solo della Comunità delle Giudicarie e della Conferenza dei Sindaci, ma anche delle altre Comunità di Valle e dei Comuni in esse compresi – Comunità della Valle di Non, Comunità della Valle di Sole, Comunità della Val di Fiemme, Comun General de Fascia e Comunità Valsugana e Tesino - concordi nel difendere gli ospedali di valle, che hanno sottoscritto a inizio agosto un documento congiunto inviato alla Giunta provinciale.
Nei giorni più recenti, l’adesione si è allargata: mercoledì scorso anche l’intero Consiglio delle Autonomie locali ha fatto propria l’istanza, approvando un documento che è stato inoltrato alla Giunta provinciale nel quale si chiede che ogni decisione in merito ai servizi ospedalieri e territoriali sia condivisa con le Comunità interessate, riconoscendo a questo proposito una reale funzione di partecipazione ai Consigli per la salute e di sospendere ogni decisione rispetto ai presidi di valle fino a che non sia stato predisposto un organico e dettagliato Piano sanitario provinciale.
Ed è proprio l’incontro con il Presidente Ugo Rossi e l’Assessore Donata Borgonovo Re che potrà dare qualche indicazione sul futuro della struttura ospedaliera. Nel frattempo, l’Assessore Borgonovo Re, pochi giorni dopo la comunicazione che la petizione in Giudicarie era stata
sottoscritta da circa 7.700 persone, ha ribadito e fatto sapere tramite un comunicato stampa ufficiale che “non è prevista alcuna ipotesi di chiusura dell’ospedale di Tione» mentre è stato «avviato un ragionamento per rimodulare il servizio legato al Punto nascite, ...al fine di accompagnare le donne sia durante la gravidanza, sia nel momento del parto e nei mesi successivi, così delicati per le mamme e per i loro bambini”. Un primo risultato questo, considerato che sino a fine luglio l’Assessore ha ribadito in ogni sede che la sua decisione di chiudere il Punto nascite di Tione era ormai definitiva e si basava su valutazioni non di carattere economico, ma di appropriatezza e qualità del servizio offerto, oltre che sul dato relativo al numero dei parti, inferiore rispetto alla soglia minima che giustificherebbe la presenza di un reparto in base alle attuali normative.
Per chi non l’avesse ancora fatto e intendesse farlo, la petizione può ancora essere firmata sul sito della Comunità delle Giudicarie, presso la Casa della Comunità o presso i presidi sparsi sul territorio.