Lo chiede con una mozione l'Assemblea della Comunità delle Giudicarie nella seduta del 7 maggio, perché "serve chiarire con urgenza quali siano i cambiamenti da apportare al processo riformatore, affinché esso realizzi al meglio i suoi obiettivi".
"Diamo gambe" alla Riforma istituzionale
«Serve chiarire con urgenza quali siano i cambiamenti da apportare al processo riformatore, che continuiamo a ritenere valido, affinché esso realizzi al meglio, anche nel mutato scenario, i suoi obiettivi». Può essere riassunta in queste poche righe l'istanza contenuta nella mozione relativa alla riforma istituzionale presentata dai Gruppi consiliari di maggioranza Pd, Upt e Patt ed approvata dall'assemblea della Comunità delle Giudicarie nell'ultima seduta con tre voti contrari di Lega Nord e l'astensione di tre rappresentanti delle amministrazioni comunali.
«Il processo di riforma in atto deve progredire e trovare piena e naturale attuazione nel trasferimento di competenze alle Comunità di valle in modo che esse abbiano la capacità e gli strumenti necessari per poter gestire al meglio le risorse umane ed economiche del proprio territorio» ha puntualizzato la presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini. Ancor più nello scenario di crisi attuale: «In un contesto critico dal punto di vista economico e sociale, con risorse in contrazione, che non lascia più spazio a divisioni e campanilismi, ma richiede assoluta collaborazione e sinergia tra enti territoriali, vogliamo far progredire questo ente e il livello di risposta ai bisogni dei cittadini che esso solo può dare».
Per questo appare fondamentale «indicare a chi ne ha la competenza quelle criticità della norma che occorre modificare per “dare gambe” al disegno riformatore e consentire alle Comunità di realizzare in pieno il proprio compito».
Incaricata dunque dall'assemblea la Presidente della Comunità Ballardini di «portare all’attenzione del Consiglio Provinciale, della Giunta Provinciale, del Consiglio delle Autonomie Locali nonché della altre Comunità, la necessità di procedere ad una modifica delle norme che regolano il funzionamento delle Comunità al fine di permettere alle stesse di svolgere appieno il mandato per le quali sono state istituite e la loro azione più chiara ed efficace, per soddisfare le esigenze socio-economico delle popolazioni rappresentate».
Chiare le richieste avanzate nella mozione:
· il trasferimento effettivo, completo e reale delle competenze già previste nella riforma istituzionale dalla Provincia alla Comunità di Valle (sociale, edilizia pubblica e agevolata, urbanistica, asili nido, polizia locale) con la contestuale dotazione delle idonee risorse umane e finanziarie;
· l'attribuzione di competenze di sistema alla Comunità di Valle, dove abbia senso un ruolo specifico del territorio in ambito sovracomunale, in modo graduale ma concreto (es. turismo, giovani, cultura);
· la definizione chiara del ruolo e delle competenze degli organi della Comunità di valle, in primis della Conferenza dei Sindaci e dell’Assemblea, semplificando i meccanismi di decisione ed eliminando le “sovrapposizioni” che generano solo potenziali conflitti e confusione (es. eliminando la cosiddetta co-decisione);
· la riduzione della numerosità dei componenti dell’Assemblea, almeno nelle Comunità con più di 21 Comuni; essenziale è comunque che il sistema elettorale tenga conto degli effetti della doppia rappresentanza rispetto alla governabilità, facendo in modo che la coalizione vincente possa contare sulla maggioranza assoluta dei componenti l’Assemblea;
· l'ottimizzazione della connessione fra organi di governo della Comunità (es. prevedendo la presenza del Presidente di Comunità nella Conferenza dei Sindaci);
· il miglioramento delle modalità operative del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) affinché esso possa essere effettivo, efficace ed autorevole strumento di condivisione e di costruzione partecipata delle decisioni tra Amministrazione provinciale ed Amministrazioni territoriali.