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Bandiera nera alle Giudicarie? Elementi non veritieri alla base della valutazione di Legambiente

La presidente della Comunità delle Giudicarie, Patrizia Ballardini, chiede formalmente una rettifica della presa di posizione di Legambiente ed il ritiro della "bandiera nera" assegnata alle Giudicarie poiché "non è aderente al vero la motivazione di fondo addotta dall'associazione ambientalista ed alla base dell'attribuzione".

Una nota formale indirizzata al Presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, è partita da via Gnesotti, a seguito dell’attribuzione della ‘Bandiera nera’ alla Comunità delle Giudicarie, colpevole, secondo l’associazione ambientalista, di “aver votato un documento preliminare del Piano Territoriale di Comunità che, senza una seria analisi dei limiti e delle potenzialità del mercato turistico, prevede un pesantissimo sacrificio di territorio e di naturalità, con un altro ampliamento delle aree sciabili in zone ancora intonse e di grande pregio ambientale e paesaggistico”, come precisato nel ‘Dossier Carovana della Alpi 2013’. Rapporto che poi dettaglia: “...Pessima scelta di particolare gravità è poi quella delle nuove piste ed impianti nella zona di Vagliana – Mondifrà – Malga Darè – Monte Vigo e quelle del lago di Serodoli, nella famosissima zona dei 5 laghi. Ci si muove in zone ancora intatte, rispetto alle quali c’è anche il parere negativo del Parco Naturale Adamello Brenta, nel cui territorio insistono gli ambiti toccati dal progetto. Ciò che lascia perplessi è il fatto che il parere negativo del Parco è stato gravemente ignorato.”

Decisa la presa di posizione della Presidente della Comunità, Patrizia Ballardini: “Spiace rilevare che la motivazione addotta alla base dell’assegnazione della Bandiera Nera, così come riportata nel Dossier Legambiente, contiene indicazioni non corrette, che hanno portato ad un erronea valutazione del nostro operato”, poi dettagliata con alcune puntualizzazioni.

“Il ‘Documento preliminare al Piano Territoriale di Comunità’ così come approvato dall’Assemblea della Comunità delle Giudicarie non ha previsto alcun ampliamento delle aree sciabili ‘senza una seria analisi’, ma ha solo avviato un percorso di studio ed analisi socio-economico-paesaggistica-ambientale su una porzione di territorio che già il PUP aveva indicato per un possibile utilizzo quale area sciabile. Con l’approvazione del ‘Documento preliminare al PTC’ non si è deciso quindi alcun ‘pesantissimo sacrificio di territorio e naturalità’. Con riferimento poi agli interventi indicati ‘di particolare gravità’, di nuovo il Dossier Legambiente riporta informazioni non corrispondenti al vero: non è previsto alcun ampliamento nell’area ‘Vagliana – Mondifrà – Malga Darè – Monte Vigo’ e nella zona ‘Serodoli’ si è semplicemente indicata, di intesa con il Parco Naturale Adamello Brenta, un’area di studio entro la quale condurre un approfondimento di analisi mirato.”

Il ‘Documento preliminare’ approvato dall’Assemblea (disponibile sul sito www.comunitadellegiudicarie.it) a tale proposito dichiara infatti in modo inequivocabile: “Alla luce delle indicazioni puntuali del PUP, di quanto emerso dal Tavolo di confronto e consultazione per il PTC, del parere espresso dalla Giunta Esecutiva del Parco Naturale Adamello Brenta (PNAB), della revisione del Piano del Parco del PNAB di data 17/05/2013 e delle verifiche con gli organi istituzionali che governano i territori interessati, e valutato che lo sviluppo e la tenuta economica del polo sciistico di Madonna di Campiglio - Pinzolo siano una componente indispensabile per la crescita economica e sociale delle Giudicarie, nonché da quanto emerso dalla valutazione ambientale strategica, si è ritenuto di non inserire, come inizialmente proposto, data l’elevata qualità ecologica della zona interessata, il percorso anulare che avrebbe collegato la zona Vagliana, attraverso Malga Mondifrà, alla zona Malghette - Monte Vigo…”.

Con riferimento poi all’area Serodoli, il documento approvato in Assemblea precisa: “Il documento preliminare procede a perimetrale la zona interessata, quale area di studio che sarà sottoposta a valutazioni ambientali, socio-economiche e strategiche. Solo se l’esito sarà positivo, sarà inserita nel PTC o suo stralcio, come ampliamento del demanio sciabile di Madonna di Campiglio”.

“Prevedere un’area di studio per approfondire in modo puntuale e mirato il potenziale ampliamento di un’area sciabile ritengo sia un atteggiamento responsabile, coerente con un’idea di sviluppo sostenibile del territorio” commenta la Presidente Ballardini “Soprattutto, credo le Giudicarie davvero non meritino, prima come Territorio e poi come Ente Comunità, di essere definite ‘nemici della montagna’ o ‘pirati delle Alpi con una visione distorta della valorizzazione turistica del territorio’ tale da favorire ‘una selvaggia speculazione’, oppure ancora ‘nuovi pirati che assaltano l’ambiente e compromettono gli ecosistemi, ai danni dell’arco alpino’ (ndr: descrizioni tratte dalla comunicazione di Legambiente per identificare coloro ai quali viene attribuita la ‘Bandiera nera’). I fatti ed i progetti portati avanti dalle Amministrazioni delle Giudicarie, dagli Enti del territorio e dalla nostra Gente parlano da soli e confermano che l’ambiente è da sempre riconosciuto, curato, valorizzato e amato dai giudicariesi come patrimonio prezioso da donare alle generazioni future.”

Nella lettera inviata a Legambiente, le precisazioni da parte della Comunità e poi una richiesta precisa “Alla luce di quanto sopra, anche tenuto conto del rilevante danno di immagine che l’assegnazione della ‘Bandiera Nera’ potrebbe generare per un Territorio come il nostro, la cui economia è trainata dal turismo, siamo con la presente a chiedere - per le predette motivazioni oggettive - di rivedere in tempi brevissimi la Vostra presa di posizione, basata su elementi errati, e di ritirare la Bandiera Nera, una volta accertata l’insussistenza delle motivazioni.”

In chiusura, l’invito ad un incontro in Giudicarie, a valle dei contatti attivati in questi giorni dalla Comunità con i referenti locali e nazionali di Legambiente, “nel quale eventualmente fornire elementi ulteriori e condividere come agire per limitare il danno anche economico generato dalla diffusione mediatica dell’attribuzione della Bandiera Nera al Trentino ed al nostro Territorio in particolare,... anche per fornire davvero un contributo positivo e fattivo dello sviluppo sostenibile e per l’impostazione di un rapporto di proficua collaborazione tra la nostra Comunità e la vostra Associazione”. Ma anche un contributo informativo di sintesi che, attraverso alcune brevi ma decise pennellate dà il quadro, a Legambiente ma non solo, di come la Comunità delle Giudicarie ed il Territorio nel suo insieme si stiano impegnando per favorire e concretizzare “un nuovo modello di sviluppo che veda nell’ambiente, nel paesaggio e nella sostenibilità i fattori chiave” (schema in allegato).

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