La Comunità delle Giudicarie intende valorizzare l'area Bersaglio - Coinvolta l'Università degli Studi di Trento e avviato un percorso di confronto con il territorio.

La Comunità delle Giudicarie intende valorizzare l'area Bersaglio - Coinvolta l'Università degli Studi di Trento e avviato un percorso di confronto con il territorio.
Un'area imponente (circa 52.800 m2) che tra alcuni anni terminerà la sua funzione di discarica, per la quale Comunità delle Giudicarie ritiene essenziale trovare una modalità innovativa di riqualificazione. Non quindi solo una messa in sicurezza dell'area ma un vero e proprio progetto che la trasformi da luogo inospitale a risorsa, in linea con alcune esperienze in ambito internazionale che hanno visto trasformare grandi discariche in aree dedicate alla socializzazione, all’intrattenimento, all’educazione.
Questa in sintesi l'idea proposta dalla Presidente Patrizia Ballardini nell’incontro che si è svolto ieri presso la nuova sede del ‘Servizio Igiene Ambientale’ della Comunità, situato proprio presso la discarica. Invitati, per questo secondo appuntamento legato al percorso ‘Discarica di Zuclo: da problema a risorsa’ (il primo si era svolto lo scorso ottobre), i Sindaci della Busa, i presidenti del Bim del Sarca e del Chiese, il Presidente di Geas, insieme alla Giunta della Comunità. Presenti anche il Dirigente del Servizio Tecnico Maurizio Polla, insieme al responsabile dell’ufficio igiene ambientale Ivan Castellani ed al responsabile dell’ufficio opere pubbliche Fabrizio Maffei.
“Siamo convinti – ha esordito la Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini - che un territorio che ha subito per un lungo periodo una penalizzazione da un punto di vista paesaggistico ambientale, fornendo un servizio importante a tutte le Giudicarie, meriti di essere riqualificato e valorizzato con un progetto ambizioso di sviluppo, che coinvolga anche l’area circostante, trasformandola in un polo di attrazione. La sfida è difficile, ma gli esempi che abbiamo a livello internazionale dimostrano che ci si può riuscire, se il territorio si muoverà convinto in questa direzione. La più grande discarica del mondo, a New York, in pochi anni è stata trasformata nel più grande parco urbano, diventando una spazio aperto di qualità in grado di attrarre residenti e turisti. E il momento di pensare alla riqualificazione della discarica è questo, anche tenuto conto che stiamo lavorando al Piano Urbanistico delle Giudicarie e che esso dovrà esser coerente con il progetto in divenire per la località Bersaglio”.
Dare quindi nuova vita all’area Bersaglio è la mission dello studio sperimentale condotto dal team del prof. Giuseppe Scaglione della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Trento, con l'intento di convertire un problema in opportunità di sviluppo.
Molti gli spunti emersi, a partire da ciò che è stato fatto in ambito internazionale in situazioni analoghe, anche se su scala diversa, a partire dalla discarica di New York trasformata in un immenso parco a quella di Barcellona convertita in campi agricoli,sino alle esperienze dei paesi nordici, che hanno visto trasformare discariche in luoghi dedicati all’educazione ambientale o in resort invernali.
“Ho ritenuto importante coinvolgere gli studenti dell’Università di Trento, guidati dal Prof. Scaglione, per favorire lo sviluppo di un approccio sensibile al paesaggio e la generazione di proposte innovative e di assoluta avanguardia. Questa prima fase di pensiero è prettamente sperimentale ed ha alla base il coinvolgimento e la passione di giovani studenti e laureati che hanno colto la sfida di creare qualcosa che vada oltre gli schemi tradizionali. Per questo ringrazio in particolare il Prof. Scaglione e le giovani architette Stefania Staniscia e Monica Moresco, che - con un investimento minimo per la Comunità - stanno dedicando tempo e attenzione, ma soprattutto passione per questo progetto” ha proseguito la Presidente Ballardini, che ha concluso sottolineando come “per la buona riuscita del progetto, è determinante il coinvolgimento della popolazione e la partecipazione attiva alla progettazione dei cittadini che dovrà animare questo territorio, in un percorso di ‘progettazione partecipata’ che avvieremo dall’autunno. Non è infatti ‘troppo presto’ per pensarci. Appena la discarica sarà chiusa, dovrà essere coperta ed il terreno dovrà essere ‘rimodellato’. Avere in mano il progetto di riqualificazione in quella fase permetterà di agire con maggiore efficacia ed efficienza.”
Nella proposta di riqualificazione si sottolinea come la discarica di Zuclo “dovrà essere riconnessa al paesaggio” ma allo stesso tempo “potrebbe diventare un punto privilegiato per l’osservazione del paesaggio”, quindi, ad esempio, “una collina rigenerata e rivegetata, con un giardino collettivo, un parco, un luogo di incontro, di scambio, di relax che si estenda fino alla riconquista del fiume, con percorsi pedonali e ciclabili”. Il terreno della discarica potrebbe diventare “un luogo di sensibilizzazione al riuso e al riciclo, un centro sperimentale di educazione al paesaggio ed educazione ambientale”. . Tutto nell'ottica di trasformare un problema in risorsa.
Molti gli interventi degli amministratori locali che hanno dimostrato soddisfazione per una proposta che vuole migliorare significativamente il paesaggio, il territorio ma anche la qualità della vita di chi ci abita e che hanno fornito spunti e riflessioni per un confronto che possa portare ad un ottimizzazione del progetto.
In particolare Giorgio Marchetti, Presidente di Geas, ha evidenziato la necessità di campagne informative che possano avvicinare i cittadini ad un utilizzo sereno e sicuro delle zone ripristinate della discarica, Gianfranco Pederzolli, Presidente del Bim del Sarca, ha posto l'attenzione sulle difficoltà burocratiche e legislative per interventi che interessano i territori della discarica che allungano i tempi, Roberto Bertolini, vicesindaco di Zuclo, comune sulla quale si trova la discarica, ha sottolineato la necessità di formulare questo importante progetto di valorizzazione tenendo conto dei tempi di attività post mortem della discarica nei quali comunque vi è una generazione di biogas, mentre Carlo Franceschetti, in rappresentanza del Bim del Chiese, ha proposto di riqualificare il territorio anche mediante strutture quali un anfiteatro all'aperto, e con iniziative dedicate ai giovani in particolare ...
“Anche un'analisi della struttura della discarica rende evidente come il progetto proposto dall'equipe del professor Scaglione non sia solo lungimirante ma anche forse l'unico compatibile da un punto di vista tecnico” precisa il Responsabile dell'Ufficio Tecnico della Comunità delle Giudicarie Maurizio Polla, che aggiunge: “Grazie al continuo aumento della quota differenziata del rifiuto che nell'ultimo rilevamento di maggio ha raggiunto la promettente e ragguardevole percentuale dell'82,7% potremmo avere a disposizione un tempo di vita della discarica un po' più lungo, e questo gioca sicuramente a nostro favore”.
Ma anche se il tempo non manca è “importantissimo aver posto al centro dell'attenzione il problema della discarica già da ora – come precisato dall'Assessore all'Ambiente, Filiera rifiuti ed Energia Daniele Tarolli. “É così possibile programmare e concertare gli interventi che si andranno a fare sul territorio anche in funzione di ciò che vogliamo la discarica diventi dopo la sua dismissione. Ciò permette una razionalizzazione degli interventi e delle risorse e una programmazione puntuale dei lavori”.
Ma non solo. Permette un coinvolgimento della popolazione e dei soggetti che operano sul territorio che saranno chiamati a dare pareri e spunti di riflessione nei prossimi appuntamenti che accompagneranno tutta la fase progettuale.