Finita l'era del posto fisso, si aprono nuove prospettive legate a capacità di innovazione ed autoimprenditorialità - La sintesi dell'incontro tenutosi presso la Casa della Comunità delle Giudicarie con la presenza di esperti e giovani imprenditori.
"Giovani e Lavoro, una sfida da vincere"
La consapevolezza del momento difficile attraversato anche da una terra ricca come quella trentina e l'obiettivo di favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro hanno spinto la Comunità delle Giudicarie a dedicare spazio ed energie al percorso partecipativo “Progettiamo insieme il Futuro” che è servito da stimolo per incontri e confronti tra giovani ed istituzioni.
Da qui la serata “Giovani e Lavoro, una sfida da vincere” organizzata dalla Comunità in collaborazione con l'Agenzia del Lavoro, Trentino Sviluppo ed il Piano Giovani della Val Rendena e della Valle del Chiese, per dare risposta agli stimoli emersi dal territorio e alle istanze dei giovani giudicariesi.
Relatori della serata, introdotti dalla Presidente della Comunità delle giudicarie Patrizia Ballardini, che ha parlato di opportunità legate alla crisi, Alessandro Garofalo, esperto di innovazione, ha evidenziato la possibilità-necessità da parte dei giovani di prendere in mano il proprio futuro, Christian Giacom, del Settore Marketing e sviluppo territoriale di Trentino Sviluppo, ha approfondito gli "Strumenti ed iniziative a supporto di giovani imprese" e Rosanna Parisi, responsabile Centro per l'Impiego di Tione – Agenzia del Lavoro ha analizzato "Il mercato del lavoro in Giudicarie e gli interventi per l'occupazione giovanile". In sala hanno infine portato la propria esperienza tre giovani imprenditori delle Giudicarie: Nicola Mosca di "Kumbe Srl", Fausto Stefani di "In Trenino Snc" e Mirko Franceschi di "4-Media Snc", evidenziando le criticità incontrate nel percorso di formazione e sviluppo delle proprie aziende.
«Conoscere le prospettive, le opportunità e gli strumenti per orientarsi nel mondo del lavoro è diventata sempre più una necessità di tutti i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro – ha esordito la Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini. «Tanto più in un momento di crisi in cui i canali stretti del mercato del lavoro e la difficoltà di crescita dell'economia caratterizzano la scena. Il nostro sforzo vuole andare nella direzione di permettere che questa difficilissima fase di crisi possa tradursi in opportunità soprattutto per i giovani, che possono dare un contributo fondamentale nel pensare e nel costruire un nuovo modello di sviluppo basato su un approccio fortemente orientato alla sostenibilità, ambientale, sociale ed economica. Una centralità dell'azione dei giovani che si allinea con quanto proposto dalla Provincia autonoma di Trento e con quanto esplicitato dal Presidente Dellai quando dice che investire sui giovani è condizione necessaria per avere un futuro positivo per la comunità perchè il Trentino ha bisogno di nuove imprese e di nuovi imprenditori, dei talenti che i giovani portano con loro. Compito delle istituzioni quindi tenere sotto controllo lo stato delle cose e mettere in campo tutte le azioni necessarie per permettere ai giovani di sognare e di avere la possibilità di concretizzare le proprie aspirazioni. ‘’
Per questo la Pat ha messo in campo nuovi strumenti, finanziari, organizzativi e di accompagnamento per dare spazio alla creatività ed alla capacità di innovazione dei giovani ma in un mercato fluido, caratterizzato da un’elevata mobilità, dall’incertezza, da una progressiva destrutturazione del concetto di impresa e dall'abbattimento delle barriere reali, l'investimento in conoscenza rappresenta l'elemento essenziale e primario per essere “cittadini del mondo” e trovare posto nel mondo del lavoro.
Un mondo del lavoro che ha detto addio al posto fisso come sottolineato in apertura del suo intervento da Alessandro Garofalo: «Su 100 assunzioni 92 sono precarie, in Trentino. L’Italia viaggia a 7 milioni di disoccupati che portano 21 milioni di persone a risentire del problema della inoccupazione». Ma qual'è la strategia per ovviare a questa difficile situazione, quale la “formula del successo”?
La conoscenza, intesa come “conoscenza profonda” non superficiale, che permetta una critica dell’immensa mole di informazione con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno, e quantificabile in «10 mila ore di talento», la motivazione, intesa come la dimostrazione di credere in quello che si fa, la capacità di regia, che si esplicita nel riuscire a fare marketing della propria persona, avendo cura del proprio profilo, con attenzione tanto a come si appare sui social network o su google quanto a come ci si presenta ad un colloquio di lavoro, e la capacità di comunicazione, necessaria per far comprendere e veicolare ciò che si sta proponendo. «Quattro fattori connessi al successo, tutti in fattore moltiplicativo».
Alla base del successo c'è sicuramente un altro fattore propulsivo: la propria passione, che spesso può trasformarsi in professione. Ma il cercare delle prospettive non può prescindere da un'analisi della situazione contingente e dei «trend che danno forma al futuro». È necessario quindi tener presente che la crisi c’è, ma è tale che può diventare opportunità di occupazione e che favorirà l'inserimento di chi sa gestire sistemi complessi, combinazione di più variabili, che stiamo assistendo «all'avvento dell’impero dell’io», con il conseguente fortissimo ritorno a mettersi in proprio, all'apertura di colonie di business, dove laboratori temporanei diventano “incubatori per le connessioni”, e soprattutto considerare che le risorse non sono infinite e quindi pensare di operare nel campo delle risorse rinnovabili può risultare vincente.
Non sono mancati i consigli dell'esperto Garofalo: «non ostinatevi ad avere un’idea rivoluzionaria, basta una piccola variazione ad un prodotto, una piccola modifica all’esistente e a volte si riesce a fornire una cosa utile; non partite con la vostra attività da soli: il “tecnico” non è quasi mai un “commerciale”, è difficile che una persona riesca a fare tutto, bene, da solo; attenti alle conflittualità, il business è un ambiente dove bisogna sapersi difendere; evitate l’ostinazione, se qualcuno vi da un consiglio prendetelo in considerazione; se avete un’idea di un prodotto lanciatelo subito, la velocità in un mondo che corre e in continuo cambiamento è importante, non si può aspettare; può darsi che troviate delle irrispettosità verso ciò che state cercando di portare avanti… non fateci caso, lasciatele perdere».
Christian Giacom ha tracciato il percorso che può portare un ragazzo a diventare imprenditore esplicitando come da un'idea si possa passare alla sua realizzazione. Un cammino che trova in Trentino l'aiuto di molti soggetti tra cui Trentino sviluppo che hanno come mission quello di cercare di aiutare le persone a verificare la bontà delle proprie idee, a creare aziende, a realizzare progetti innovativi, a favorire il confronto di idee e di esperienze nonché a fare rete per individuare progetti e strategie per uno sviluppo delle aree territoriali. «Il primo passo è quello di capire e di fare chiarezza su cosa si sta cercando. Il percorso è una scalata che parte da un colloquio individuale, per passare attraverso serate di formazione sul businnes plan, all'analisi individuale del business plan fino ad arrivare all'individuazione di strumenti di accompagnamento e di possibili incentivi per l'attività che ci si è deciso di intraprendere».
In questo senso il territorio Trentino offre moltissimo, da progetti come D2T Start Cup, una competizione di idee e progetti innovativi di impresa pensati e costruiti da giovani che valorizza aspiranti imprenditori di età compresa tra i 16 e i 36 anni con premi fino a 50 mila euro, a Seed Money, un fondo finalizzato a promuovere la diffusione di iniziative imprenditoriali nei settori innovativi o ad alta tecnologia utilizzato a parziale copertura dei costi di avviamento, dall'”Incubazione nei Bic” a disposizione delle aziende in fase di start-up e dei centri di ricerca che possono trovare spazi produttivi, servizi e laboratori attrezzati all’interno dei 6 BIC (Business Innovation Centre) gestiti da Trentino Sviluppo a gli “Innovation Hub ”, momenti di incontro e confronto durante i quali imprenditori ed operatori dello stesso settore possono collaborare per l’individuazione di criticità ed opportunità comuni, senza dimenticare seminari, workshop, corsi e di tutte le proposte formative e informative rivolte ai giovani, realizzate con un “taglio” concreto ed operativo.
«Ringrazio la Comunità delle Giudicarie per aver promosso questi incontri dedicando energia e risorse per avviare un percorso che cerca di rispondere alla necessità di informazione dei cittadini su tematiche di primaria importanza come quella che lega i giovani al lavoro» ha esordito Rosanna Parisi. «Stiamo attraversando una fase estremamente difficile e delicata nella quale bisogna lavorare per trovare un lavoro, una fase che ha portato anche il contesto Trentino ad essere interessato dalla crisi strutturale italiana». Criticità evidenziate da tutti gli indicatori economici legati al lavoro e in particolar modo a quello giovanile. In Trentino la forza lavoro (persone comprese nella fascia 15-64 anni 242.300 unità), il tasso di attività della popolazione (68,9%) e il tasso di occupazione sono calati con problematicità soprattutto nelle fasce tra i 15-24 anni. A fronte di un incremento della disoccupazione in un anno di circa 5 mila unità che ha portato il tasso al 6,9%, dai dati emerge anche come la crisi abbia colpito soprattutto i giovani il cui livello di disoccupazione è balzato al 14,8% con punte massime tra coloro che possiedono uno scarso livello scolastico. Per affrontare questa emergenza l'Agenzia del Lavoro ha messo in campo moltissime iniziative che cercano di favorire l'inserimento nel mondo del lavoro dei giovani, la stabilizzazione dei contratti di precariato, di promuovere l’occupazione delle giovani donne e di incentivare la nascita di nuove imprese o di iniziative che possano creare occupazione. Contemporaneamente sta cercando di far incontrare “domanda” e “offerta” e di formare dei nuovi giovani tramite il tirocinio evidenziando i bisogni di “manodopera” segnalati dal mercato.
Agli interventi dei “tecnici” sono seguite le testimonianze di alcuni giovani imprenditori giudicariesi: Fausto Stefani di "In Trenino Snc" ha esortato i giovani presenti in sala a credere in quello che fanno, di provare a dar corpo ai propri progetti e alle proprie aspirazioni con determinazione e di dare il giusto peso ai consigli degli esperti, che spesso si basano su quanto è conosciuto e sperimentato ma che si possono trovare in difficoltà nel giudicare iniziative nuove e spesso non normate dalle leggi vigenti; Mirko Franceschi di "4-Media Snc" dopo aver evidenziato la difficoltà di comunicare la propria attività ai potenziali clienti in una fase di avvio dell'impresa, ha sottolineato come abbiano dovuto cercare di modellare diversamente la loro offerta a seconda del mercato locale, nazionale e internazionale; fondamentale per la buona riuscita «non avere paura di copiare dagli altri, portando in azienda il meglio che il panorama offre, pensare bene come comunicare la propria idea, dare molto peso alle relazioni e saper leggere le situazioni cercando di scorgere sempre delle possibilità»; Nicola Mosca di "Kumbe Srl" ha auspicato a tutti di poter «impegnarsi in quello che piace, in quanto lo si fa con passione e le molte ore che bisogna dedicare soprattutto in una fase di avviamento di un'attività imprenditoriale, non pesano. Quando c'è la passione, si lavora senza fare fatica e si lavora meglio. Fondamentale per le società dunque trovare persone capaci che mettano impegno e passione in quello che fanno».
In chiusura un animato dibattito ha coinvolto il numeroso pubblico presente in sala portando ad evidenziare la volontà di continuare in un percorso che «sta cercando di dare voce ai giovani» e che ha trovato nella Comunità delle Giudicarie un partner importante perchè le istanze del mondo giovanile possano essere affrontate e messe in primo piano. «Prossima tappa potrebbe essere un focus sul mondo della cultura e sulla possibilità che il nostro territorio può offrire a chi ha intrapreso percorsi di studio particolari e ha difficoltà a trovare sbocchi lavorativi in loco» ha concluso Mattia Malfatti referente dei tavoli giovani giudicariesi, auspicando che il cammino intrapreso possa continuare con la stessa forza e lo stesso entusiasmo.