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7 milioni di euro per i Servizi Sociali in Giudicarie

Il bilancio del primo anno di attività dei Servizi Socio assistenziali -Sono oltre 2.400 le persone assistite con gli interventi della Comunità.

“Essere vicini alle persone con disagio e dare risposte con servizi di qualità in base a criteri di responsabilità e sussidiarietà; al tempo stesso, assicurare ad ogni cittadino interventi puntuali per la prevenzione degli stati di bisogno: questi gli obiettivi di fondo della Comunità delle Giudicarie, che nel 2011 ha investito oltre 7 milioni di euro per i servizi sociali, per assistere oltre 2.400 persone con disagio, con lo straordinario lavoro messo in campo da 47 collaboratori tra assistenti sociali, operatrici socio-sanitarie e personale amministrativo”. É quanto ci tiene a precisare la Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini nel presentare il lavoro svolto nel primo anno di attività in termini di servizi sociali, aggiungendo “L’impegno e la sfida per i prossimi anni è quello di riuscire a rispondere ad un numero crescente di persone ed anche alle nuove forme di disagio emergente, a fronte di risorse stabili e potenzialmente in calo”.

Molteplici gli ambiti di intervento gestiti direttamente dalla Comunità delle Giudicarie, che spaziano dai servizi semiresidenziali e residenziali per minori, per anziani e per disabili (236 persone assistite nel 2011) all'assistenza domiciliare con servizi complementari quali pasti a domicilio, lavanderia centralizzata, teleassistenza, aiuti domiciliari, trasporti per dializzati, soggiorni climatici protetti (686 persone); dagli interventi educativi a domicilio per disabili (12 persone) all'affidamento familiare di minori (2 persone), dall'accoglienza familiare di minori (2 persone) agli interventi economici di sostegno al reddito quali rimborso ticket, assegno al nucleo familiare e di maternità, anticipazione dell’assegno di mantenimento e prestito sull’onore (388 famiglie); dai contributi e rimborsi per specifiche condizioni di salute quali spese per dialisi, cure termali e climatiche, cure ortodontiche, assegni di cura a sostegno di persone con disabilità grave e rimborso spese per particolari patologie (66 interventi), a spazi neutri per garantire il diritto di visita a genitori separati che non sono affidatari dei minori (2 persone), sino a tutti gli interventi legati all’inclusione sociale (12 persone) - nelle tavole in allegato i numeri di dettaglio e gli investimenti per ciascun ambito di attività

“Servizi – commenta l’assessore alle politiche sociali e salute Luigi Olivieri – che sono stati erogati conformemente ai bisogni riscontrati e con standards validi, riconosciuti e comprovati anche dal ‘Tavolo territoriale per le politiche sociali’ istituito dalla Comunità e al quale hanno partecipato tutti gli attori principali che operano nell’ambito socio assistenziale”.

Dal tavolo è emersa anche la necessità di riorganizzare le offerte che il territorio esprime, anche alla luce del ricco patrimonio di volontariato sia individuale che organizzato presente, per inaugurare una nuova stagione di collaborazione tra le istituzioni: “Riuscire a dar corpo all’integrazione tra sanità e sociale valorizzando al meglio tutte le risorse umane e strutturali presenti sul territorio, anche in considerazione del difficile ed inusuale contesto che stiamo vivendo in Italia ed in Europa e con il quale anche il Trentino si sta misurando, è un percorso obbligato per rispondere alle crescenti situazioni di difficoltà che stanno emergendo e che dovranno essere soddisfatte con minori risorse finanziarie”.

“Fare di più con meno risorse” quindi la richiesta della Presidente, fatta proprio da Olivieri che rilancia: “Ciò comporta una consapevole e una convinta partecipazione di tutti. Fare assieme dovrà divenire una pratica quotidiana; per facilitare questa condivisione stiamo facendo un forte investimento sulla diffusione di una nuova cultura, quella della responsabilità per la quale il rendere conto alla comunità di quanto viene fatto ogni giorno per le persone più svantaggiate, offrendo servizi sempre più appropriati e più vicini alle esigenze dei cittadini, diventa essenziale e fondamentale”.

Inoltre, “individuate le necessità del nostro Presidio Ospedaliero, solleciteremo con vigore l’Azienda Sanitaria affinché risolva le carenze strutturali evidenziate e sostituisca, celermente, il personale medico e ospedaliero andato in pensione (primari di unità operativa di anestesia, di chirurgia, di ginecologia ed ostetricia) e nomini un direttore sanitario che sappia rilanciarne la centralità dell’Ospedale in stretto rapporto con il territorio per ottimizzare i servizi sanitari presenti in Giudicarie”.

Infine, risulta anche prioritario mettere in rete e coordinare i protagonisti delle politiche sociali e della sanità e realizzare in collaborazione con l’Azienda Sanitaria e con il Comitato di Coordinamento per la Programmazione Socio Sanitaria, il Punto Unico di Accesso come luogo esclusivo della presa in carico delle esigenze socio-sanitarie di ogni giudicariese.

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