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Approvati i Manuali tipologici dell'Architettura giudicariese

Approvati dall'Assemblea della Comunità due importanti strumenti per fornire Linee guida per la progettazione e la valutazione di costruzioni e restauri.

«Il paesaggio rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale e la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo». Parte da questo concetto, contenuto nella Convenzione Europea del paesaggio, il Piano Territoriale di Comunità, che ha messo al centro il Paesaggio e la sua valorizzazione, quale espressione identitaria del territorio, delle genti insediate e quale elemento fondamentale per lo sviluppo economico.

In linea con quanto prescritto dalla Legge Urbanistica Provinciale n. 1 del 4 marzo 2008, in cui viene auspicato che «nell’ambito del piano territoriale della comunità» vengano approvati «atti di indirizzo a supporto della pianificazione territoriale dei comuni e dell’esercizio delle funzioni autorizzative e concessorie in materia di urbanistica e di paesaggio», la decisione della Comunità delle Giudicarie, in accordo con la propria Commissione per la Pianificazione e il Paesaggio, di costruire due manuali tipologici riguardanti, rispettivamente, l’Architettura tradizionale in Giudicarie e l’Architettura contemporanea. Manuali che hanno ottenuto il parere positivo della conferenza dei sindaci e quindi, ieri, la approvazione della Assemblea.

«Il Piano Territoriale di Comunità contempla tra gli elementi essenziali, oltre a norme di attuazione, relazioni e cartografie (e naturalmente la VAS), anche la predisposizione di atti di indirizzo e manuali tipologici atti a supportare l’attività progettuale di professionisti e di valutazione da parte degli enti territoriali - apre la Presidente Patrizia Ballardini – La Comunità, in collaborazione con Guido e Francesco Moretti e con Dante Donegani e Giovanni Lauda, e grazie al generoso supporto dell’Ufficio tecnico, ha realizzato un importante lavoro di approfondimento per definire alcune linee di indirizzo sostanziali in grado di supportare i professionisti nella progettazione di interventi architettonici, sia su edifici esistenti e legati alla tradizione sia su nuove strutture, mettendo al centro la qualità dell’edificato e l’inserimento nel paesaggio, senza dimenticare però le esigenze legate alla funzionalità d’utilizzo.” Obiettivo: «Andare oltre la rigidità di vincoli stringenti, tipici dei singoli regolamenti comunali, che talvolta si rivelano fortemente limitanti rispetto alla funzionalità degli edifici, proponendo un approccio condiviso di comunità basato su linee guida, a partire dalla valorizzazione  degli elementi identitari giudicariesi».

Due le aree tematiche al centro dell’attenzione:

l’architettura tradizionale delle Giudicarie, che si caratterizza per un quadro ampio e articolato di caratteri identitari, per tipologie significative e per aree territoriali omogenee, richiedendo quindi un approccio mirato a valorizzare l’identità plurale del territorio;

l’architettura contemporanea, dove un accurato approfondimento dell’evoluzione in ambito alpino è alla base della individuazione degli elementi compositivi e formali che possano indirizzare alla realizzazione di opere edilizie e infrastrutturali valorizzando le nuove interpretazioni dell’architettura moderna, anche attraverso l’elaborazione di schemi esemplificativi e la catalogazione dei materiali da utilizzare nella progettazione e nelle realizzazione delle opere.

Architettura tradizionale nelle Giudicarie

“Che cosa intendiamo per “architettura tradizionale””? «Non certo un patrimonio identificabile secondo una datazione temporale, e neppure secondo precise perimetrazioni spaziali – introducono in premessa Guido e Francesco Moretti, curatori del manuale. «Forse la risposta è più vicina alla concezione che rinvia a quell’architettura giunta fino a noi senza nascere da un’azione di specifica progettazione ma da una spontanea e diffusa cultura del costruire con tipi, forme, materiali, attrezzature condivise che hanno portato naturalmente ad una riconoscibile identità degli esiti, pur nelle infinite variazioni di adattamento alle diverse condizioni di contorno». Il lavoro di Moretti, curato nei dettagli e ricco di rappresentazioni grafiche e disegni manuali, fa emergere le peculiarità del territorio giudicariese, caratterizzato da specificità puntuali a seconda delle diverse aree. Così si scoprono logge, rastrelliere e graticci lignei tipici delle Esteriori e della Valle del Chiese, le case a timpano aperto della Val Rendena, nonché gli edifici rurali sparsi del patrimonio edilizio montano firmati in modo distintivo a seconda dell’area nella quale sono sorti. Vi sono poi gli elementi di connettivo e di corredo quali rampe, vòlti, sottopassi, portali, fontane, con particolare attenzione alle filagne di tonalite, i selciati, i muri a secco, i capitelli: tutti segni inseriti nel paesaggio che costruiscono l’identità tradizionale del territorio.

Il manuale, a cui dovranno fare riferimento le commissioni edilizie e di tutela del paesaggio, attraverso poche norme, chiare e semplici, individua i caratteri fondamentali dell’architettura tradizionale che meritano di essere conservati. E' dedicato in particolare agli nterventi di restauro conservativo, tipici dei centri storici. Non va a codificare puntualmente le modalità di intervento, ma indirizza i progettisti al rispetto di quegli elementi che contribuiscono in modo significativo a identificare il nostro paesaggio e l’identità giudicariese. Non ci saranno più norme vincolistiche sulle modalità di intervento all’interno degli edifici, ma l’attenzione sarà posta alla conservazione dell’immagine storica dell’impianto urbanistico e delle facciate.

Il manuale è stato condiviso con la conferenza dei sindaci che ha proposto un emendamento che è stato puntualmente recepito.

Architettura contemporanea nelle Giudicarie

Anche in Giudicarie si è registrata negli ultimi anni la propensione progettuale verso una architettura che tende a discostarsi dalle forme e dalle modalità costruttive tradizionali.  Lasciare questo tema all’improvvisazione aspettando che si formi spontaneamente una scuola di pensiero ed un campionario di esempi concreti che possono fare da strada a queste nuove modalità costruttive, può portare ad una trasformazione del paesaggio con effetti modificativi della identità paesaggistica e architettonica delle Giudicarie. Da qui la decisione di attivare un manuale dedicati alla architetturao alpina contemporanea delle Giudicarie. «Il manuale ‘Architettura alpina contemporanea nelle Giudicarie’ vuole essere un supporto per i progettisti e per le commissioni urbanistiche nell' esercizio delle funzioni autorizzative e concessorie in materia di urbanistica e di paesaggio», avevano esordito Dante Donegani e Giovanni Lauda nel presentare il lavoro svolto sull’architettura contemporanea in collaborazione con l’ufficio Tecnico della Comunità delle Giudicarie. «L’obiettivo di fondo è quello di favorire lo sviluppo dell’architettura contemporanea all’interno di un nuovo concetto di tutela del territorio. Infatti, è convinzione condivisa che l’architettura contemporanea, quando entra in relazione con i contesti fisici e storici, è un valore essenziale che può rafforzare e arricchire l’identità di un territorio. La selezione e la catalogazione (per tematiche, tipologie di costruzione e strategie operative) di alcuni progetti significativi di architettura alpina, ha portato ad elaborare una ‘tabella sinottica’ per fornire un modello di interpretazione utile sia in fase di progettazione e pianificazione che di valutazione delle opere. Gli indirizzi proposti hanno l’obiettivo di evitare che le edificazioni si scontrino con il contesto, adottando all’interno del linguaggio contemporaneo un repertorio di segni e figure compatibili con le preesistenze. I progetti analizzati e presi a riferimento sono legati da un “filo conduttore” rappresentato dal legno e dalla pietra, utilizzati quali materiali identitari della cultura alpina giudicariese.

Il messaggio di Donegani e di Lauda che emerge dal manuale è chiaro e diretto per un tema non facile quale quello dell’architettura contemporanea: consapevolezza delle scelte basata sul pensiero identitario. «E’ dal vecchio che nasce il nuovo, attraverso lo studio di esempi ancora presenti, e non dal nuovo che si elabora il vecchio. Oggi fare delle regole non è semplice, ma grazie alla conoscenza della propria identità e dei propri codici, a partire dal lavoro svolto dal collega Moretti sull’architettura tradizionale, si deve agire con coscienza per evitare che l’edilizia continui a fare ‘danni’, e si deve essere consapevoli delle proprie scelte in modo da riuscire a puntare sulla qualità del costruito. Si vuole evitare la confusione architettonica post-moderna che ha creato finte copie e orrende emulazioni di una tradizione falsata, con effetti molto evidenti di deturpazione del paesaggio».

Ma questo manuale vuole anche essere uno strumento “aperto” e suscettibile a continui aggiornamenti.Sarà infatti compito della Commissione per la pianificazione territoriale ed il paesaggio delle Giudicarie quello di selezionare i progetti e le realizzazioni più interessanti ed esemplari tra quelli sottoposti al loro giudizio per inserirli nel documento. Inoltre, l’aggiornamento della matrice dei progetti e realizzazioni, nel rafforzare la natura di open source di questo documento, potrà avvenire anche sulla base di proposte da parte delle Commissioni Edilizie Comunali, di suggerimenti degli ordini professionali, nonché di autocandidature di progettisti, committenti, imprese, ecc.

“La valorizzazione dell’architettura tradizionale, superando vincoli eccessivi che limitano la funzionalità, è l’obiettivo di fondo, per dare continuità a segni identitari sedimentati nel tempo. L’architettura contemporanea è strategia e futuro, un fattore determinante che può essere un elemento di qualità della vita degli abitanti, capace di rinnovare l’identità e la vocazione dei luoghi. Con questi manuali tipologici abbiamo l’ambizione di poter dare un contributo importante allo sviluppo architettonico del territorio, e di aver gettato le basi per un rapporto di maggiore collaborazione e di avvicinamento tra chi progetta e chi deve giudicare “l’idoneità” dell’opera». È il messaggio in chiusura della Presidente Ballardini mentre ringrazia l’Assemblea per l’approvazione.

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